martedì 26 gennaio 2016

Scarponi e indumenti personali per i soldati



Il Ministero della guerra rendeva noto che a coloro che fossero stati richiamati e si fossero presentati con attrezzature di loro proprietà in buono stato, avrebbero ricevuto un compenso in denaro dallo Stato. Si consigliava di presentarsi agli uffici di reclutamento muniti di scarponi (“oggi noti come scarpe alpine”) chiodati, biancheria intima, una cintura dei pantaloni e un gilet di lana pesante. Il compenso in denaro sarebbe stato pagato immediatamente, e si andava dalle 2 lire per ogni paio di mutande di tela (4 se di lana) alle 16.50 lire degli scarponi, ai 20 centesimi per ogni fazzoletto.
Questi consigli davano ai soldati “il vantaggio di calzare scarpe già adattate al piede ed agevolerà in pari tempo le operazioni di vestizione presso i depositi, rendendole più spedite”, ma soprattutto sgravavano lo Stato dalla necessità di vestire e calzare ogni soldato, data la ridotta disponibilità di vestiti e calzature rispetto all’alto numero di soldati di cui si aveva bisogno.


 Da il Biellese del 29 settembre 2015

mercoledì 20 gennaio 2016

Le ristrettezze della guerra frenano il vercellese

Più passano i mesi di guerra, più aumentano in Vercelli e nel vercellese le situazioni di emergenza continuano a moltiplicarsi andando a colpire diversi ambiti. Nelle settimane precedenti abbiamo visto come le attività commerciali, o le attività scolastiche. All'inizio di dicembre nuovi problemi sorgono legati alla mancanza di carbone e per la requisizione del cibo.

Un tratto della Biella-Vercelli (fonte www.wikipedia.it)
Come detto nelle scorse settimane, con l’inverno alle porte il carbone diventa un bene prezioso e da centellinare, tanto che nelle scuole si passa dalla refezione calda a quella fredda e la cassa di risparmio di Vercelli deve intervenire per permettere alle famiglie di poter comprare il carbone a prezzi accessibili. Ora la scarsità di carbone colpisce le linee tramviarie del vercellese e la loro capacità di poter caricare e trasportare merci. «Il disservizio ferroviario – spiega il giornale La Sesia– ha portato come prima conseguenza la sospensione della accettazione delle merci ai Tramnvays Vercellesi. Adesso si è venuti a una decisione anche più radicale e dolorosa: a cominciare da ieri i treni viaggiatori su tutte le linee della Società dei Tramnvays Vercellesi sono ridotti della metà, per la scarsità di carbone che il tram tiene nei suoi magazzini e per le insuperabili difficoltà di rifornimento. Il carbone esistente in magazzino sarebbe bastato per tirare innanzi si e no una dozzina di giorni; riducendo le corse alla metà si potrà durarla per una ventina di giorni; dopo, se non ne arriva, si dovranno sospendere addirittura tutte le corse… e si ritornerà alla corriera!» (La Sesia, 7 dicembre ’15) il tutto proprio nei giorni in cui un importante presidio di fanteria si sta per stabilirsi a Trino, rischiando di rimanere isolato dal comando di Vercelli.


Altra difficoltà che colpisce il territorio Vercellese, quello della requisizione dei prodotti agricoli per poter rifornire l’esercito. «Vi è nella classe degli agricoltori, e non solamente fra noi, un vivo malcontento per i sistemi adottati nella requisizioni dei foraggi per l’esercito» racconta La Sesia. Non che naturalmente gli agricoltori vogliano creare difficoltà all'esercito, «ma essi non trovano né giusto né equo che il loro sacrificio, al quale si sottopongono con patriottica abnegazione, vada a favore, non dello Stato, ma della privata speculazione (…) Numerosi sono, anche nel Vercellese, gli agricoltori che reclamano, ed a ragione, contro il sistema di cattive requisizioni militari, fatte con l’assistenza ed a profitto di fornitori impresari, con grave danno dell’economia dello Stato e dell’agricoltura (…) A Santhià, a Tronzano ed in altri nostri paesi si presentarono nelle tenute due ufficiali del Commissariato assistiti da un impresario di Torino, e requisivano le quantità di foraggi che volevano senza curarsi del fabbisogno strettamente necessario alla azienda, ed a prezzi vantaggiosi solamente per l’appaltatore» (La Sesia, 10 dicembre ’15).  La difesa degli agricoltori vercellesi, insieme a quelli italiani, viene presa dalle varie associazioni e dall'Onorevole Ranieri, che alla camera riporta le richieste degli agricoltori, che chiedono una ripartizioni degli oneri che sia equo diretta da una commissione centrale senza valersi di privati. Provvedimento che viene analizzato e approvato dal Parlamento.

venerdì 15 gennaio 2016

Le famiglie di caduti e feriti in difficoltà



Il Comitato Circondariale di Assistenza Civile si riunì in assemblea per discutere lo stato degli aiuti dati ai comuni e alle famiglie biellesi. Il presidente del comitato, Francesco Personali, informò i membri dei comitati locali presenti dello stato degli aiuti forniti: le famiglie bisognose della città di Biella ammontavano a circa il 10%, mentre in alcuni comuni del circondario vi erano iscritte tutte le famiglie. Questa disparità andava a detrimento di chi aveva davvero necessità di sussidi e la discussione si accese quando si iniziò a ragionare in vista dell’inverno, periodo più dispendioso per il riscaldamento e il reperimento del cibo, e a considerare le spese maggiori che dovevano sostenere le famiglie che accoglievano i propri feriti in casa.
Si proponeva di diminuire le quote dei sussidi (30 lire mensili per i più bisognosi) per aumentarli durante l’inverno, per non esaurire i fondi raccolti fino a quel momento.
Per ridimensionare le liste di aiuti in alcuni comuni che hanno “esagerato…in bontà” si auspicava l’intervento di membri del comitato centrale per la revisione degli elenchi, proprio per poter iniziare a disporre i sussidi straordinari per le famiglie dei feriti e dei caduti.
Il Comm. Bellia, affermando che “quando i fondi saranno finiti, chi non ha offerto dovrà offrire e chi ha offerto dovrà ancora offrire” mise a disposizione la propria automobile, seguendo l’esempio di altri benestanti che avevano offerto la propria automobile per il trasporto dei feriti dalla stazione al seminario-ospedale.
L’assemblea si concluse con l’approvazione unanime delle risoluzioni del comitato (revisione delle liste e aumento dei sussidi in caso di bisogno) e con la raccomandazione del presidente Personali alla “concordia degli animi, in questo momento storico indispensabile,  anche per dimostrare che, all’infuori e al di sopra dei partiti, si è tutti fratelli e che sappiamo volerci bene.


Convalescenza allo stabilimento idroterapico di Andorno
Negli stessi giorni la Società A. Sella e C., che dirigeva lo Stabilimento Idroterapico di Andorno, rendeva nota l’intenzione di destinare 20 camere con vitto, alloggio e cure fisiche per 20 ufficiali feriti in guerra. Gli ufficiali qui accolti avrebbero potuto rimanervi per tutta la durata della stagione balneare. L’iniziativa raccolse il plauso di tutti.
Questa offerta si univa a quelle di molti privati che offrivano case e abitazioni per l’accoglienza dei feriti e dei profughi. Un esempio è il sig. Giuseppe Becchia che mise a disposizione della Croce Rossa la propria villa, con ampio giardino, di Valle S. Nicolao per la convalescenza.

da il Biellese del 15 settembre 2015

martedì 5 gennaio 2016

Un'avventura di guerra dei Lancieri Vercelli sul campo di battaglia

Mentre la città di Vercelli continua la sua vita con alti e bassi, la guerra continua a infiammare il fronte alpino, coinvolgendo anche i soldati provenienti dal territorio vercellese. Giungono quindi dal fronte le notizie delle imprese dei soldati  vercellesi; una di queste è sul reggimento Lancieri Vercelli: «il bel reggimento di cavalleria, ospite nostro sin dalla sua fondazione, aveva giurato, partendo, di far onore al nome che porta, già glorioso nei fasti del patriottismo e del valore» (La Sesia 23 novembre ’15). Il reggimento, naturalmente, si era trovato in difficoltà a combattere sulle vette delle Alpi, visto che il territorio non era per niente favorevole alle loro azioni militari. Nonostante questo, racconta La Sesia, il reggimento dei Lancieri Vercelli riescono a farsi valere tanto da ricevere l’encomio nell’ordine del giorno del comandante di Divisione

Cavalleria in marcia (fonte www.14-18.it)
Racconta La Sesia: «Una Sezione mitragliatrici dei Lancieri Vercelli era stata aggregata ad una Divisione di fanteria, ed il 23 ottobre, dopo che le fanterie, avevano occupata una trincea nemica, la Sezione stessa fu mandata a rinforzo del riparto di fanteria che teneva la trincea. Verso sera gli austriaci eseguirono un violento bombardamento sulle posizioni conquistate nel giorno dai nostri e specialmente sulla accennata trincea. Una granata nemica scoppiò in pieno nella trincea, fra le due mitragliatrici della Sezione, rendendo inservibili le due armi». A seguito di questa azione, finirono uccisi i sergenti Armando Barchietto (ucciso dallo scoppio di una granata mentre esplorava volontariamente il terreno vicino a un’altra trincea insistentemente colpita dal fuoco nemico) e Natale

Manzini e il caporale Leopoldo Ferri; in più rimasero feriti diversi altri soldati, tra cui il caporale Mario Donna che, nonostante una ferita grave a un fianco, era rimasto vicino alla sua mitragliatrice e non si erano allontanato fino all'ordine del suo comandante. Il Caporale Donna e il Sergente Barchietto furono proposti per una ricompensa al valore.

Cavalleria in azione a Gorizia (fonte www.14-18.it)
Nonostante la perdita delle due mitragliatrici a seguito dell’azione degli austriaci, il reggimento dei Lancieri Vercelli non si ritira, ma anzi continua a difendere la posizione con fermezza nonostante sia «sotto il fuoco nemico, fino a che le venne ordinato dai superiori di ritirarsi. Il generale comandante la Divisione a cui fu aggregata la Sezione, che la vide alla prova in più occasioni, quasi sempre in prima linea, incurante di disagi e fatiche, non solamente ne lodò il brillante contegno, augurando di averla sempre alle sue dipendenze, ma la citò all’ordine del giorno insieme alle altre truppe con essa combattenti. Ai lancieri della eroica Sezione, onore; onore sovra tutto ai prodi caduti, che tennero alto il nome di Vercelli col sacrificio della loro vita, ed auguri di sollecita guarigione ai prodi feriti».